Il percorso che arriva a Mascioni con partenza da Campotosto costeggia prevalentemente l’omonimo lago, un bacino artificiale di grande bellezza realizzato nel 1938, a fini di produzione di energia idroelettrica, sommergendo con la costruzione di tre dighe un altopiano fino ad allora sede di numerose torbiere.
Il lago, situato a un’altezza di 1313 metri e grande circa 1600 ettari (dei quali 1400 occupati dalle acque e 200 dalla fascia rivierasca), è alimentato da due corsi d’acqua principali e da numerosi ruscelli e assume la caratteristica forma a V per via della congiunzione dei due rami che lo costituiscono, suddivisi dal ponte delle Stecche che attraversa il bacino nel suo punto più stretto.
Raggiunta dopo Campotosto la sommità di monte Cardito, la vista sul lago si dischiude fino ad abbracciare il Gran Sasso, i monti della Laga e la valle amatriciana con il Terminillo in lontananza. Quando poi, superato l’abitato di Poggio Cancelli, si arriva in cima al monte Mascioni, la visuale si estende fino alla vallata dell’Alto Aterno. Si prosegue dunque per il valico di Prato dell’Abate, oltrepassato il quale si raggiunge la località di Mascioni, nei cui pressi il lago assume il nome alternativo di lago di Mascioni.
La tappa si conclude in corrispondenza del borgo, che ospita le chiese di San Giovanni Battista e di Santa Maria di Pedicino e che è noto perché qui nacque il Beato Andrea, nei pressi della cui casa natale vi è una cappella a lui dedicata.
Lunghezza: 12,90 km
Dislivello: 300 m